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Sunday, March 25, 2007

Satipatthana sutta -Thich Nhat Hanh ( italian )

Perché recitare i sutra (dal sito ILTK)
La recitazione di un Sutra è molto più efficace di una semplice lettura:
a) i suoni e i significati delle parole vibrano all’orecchio di chi ascolta, con sottili effetti di purificazione del senso dell’udito e di tutto ciò che è connesso a tale sistema sensoriale,

b) tutte le creature, visibili e invisibili, che soltanto udranno i suoni del sutra, ne trarranno beneficio

c) Quando recitiamo un sutra, un autentico discorso di Buddha - cioè le sue parole prima messe in scritto, poi raccolte nei vari canoni (pali, sanscrito, cinese, giapponese, ecc) - a parte tutti i benefici personali che ne riceviamo, stiamo agendo in un modo davvero diretto e potente per rendere attivi gli insegnamenti di Buddha, che sono così urgentemente necessari per alleviare le sofferenze di tutti gli esseri".


Il Sutra sui quattro fondamenti della consapevolezza

(Prima versione)

Satipatthana sutta
(Theravada) dal Majjhima Nikaya, 10.
Tradotto dal pali da Thich Nhat Hanh e Annabel Laity.

Sezione prima

Udii queste parole del Buddha a Kammassadharma, una città del popolo dei Kuru. Il Buddha si rivolse ai bhikkhu: "O bhikkhu". I bhikkhu risposero: "Venerabile Signore".

Il Buddha disse: "Bhikkhu, c'è una via meravigliosa per aiutare gli esseri viventi
a realizzare la purificazione,
superare direttamente il dolore e la tristezza,
porre fine alla sofferenza e all'ansia,
percorrere il retto sentiero e realizzare il nirvana.
È la via dei quattro fondamenti della consapevolezza.

"Quali sono i quattro fondamenti?

1. "Bhikkhu, il praticante si radica nell'osservazione del corpo nel corpo, accurato, consapevole, con una chiara comprensione, avendo abbandonato ogni desiderio e avversione per questa vita.

2. "Egli si radica nell'osservazione delle sensazioni nelle sensazioni, accurato, consapevole, con una chiara comprensione, avendo abbandonato ogni desiderio e avversione per questa vita.

3. "Egli si radica nell'osservazione della mente nella mente, accurato, consapevole, con una chiara comprensione, avendo abbandonato ogni desiderio e avversione per questa vita.

4. "Egli si radica nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali, accurato, consapevole, con una chiara comprensione, avendo abbandonato ogni desiderio e avversione per questa vita".

Sezione seconda

"In che modo il praticante si radica nell'osservazione del corpo nel corpo?

"Egli va nella foresta, ai piedi di un albero o in una stanza vuota, si siede a gambe incrociate nella posizione del loto, tiene il corpo eretto e stabilisce la consapevolezza di fronte a sé. Egli inspira, consapevole di inspirare. Egli espira, consapevole di espirare. Quando inspira un lungo respiro, egli sa: “Sto inspirando un lungo respiro”. Quando espira un lungo respiro, egli sa: “Sto espirando un lungo respiro”. Quando inspira un respiro breve, egli sa: “Sto inspirando un respiro breve”. Quando espira un respiro breve, egli sa: “Sto espirando un respiro breve”.

"Egli esercita la seguente pratica: “Inspirando, sono consapevole di tutto il mio corpo. Espirando, sono consapevole di tutto il mio corpo. Inspirando, calmo le attività del corpo. Espirando, calmo le attività del corpo”.

"Proprio come un abile vasaio sa, quando gira lungamente il tornio: “Sto girando lungamente il tornio”, quando gira brevemente il tornio: “Sto girando brevemente il tornio”, così il praticante, quando inspira un respiro lungo, sa: “Sto inspirando un lungo respiro”, e quando inspira un respiro breve, sa: “Sto inspirando un respiro breve”; quando espira un respiro lungo, sa: “Sto espirando un lungo respiro”, e quando espira un respiro breve, sa: “Sto espirando un respiro breve”.

"Egli esercita la seguente pratica: “Inspirando, sono consapevole di tutto il mio corpo. Espirando, sono consapevole di tutto il mio corpo. Inspirando, calmo le attività del corpo. Espirando, calmo le attività del corpo”.

"Così il praticante osserva il corpo nel corpo. Egli osserva l'interno del corpo o l'esterno del corpo, o entrambi l'interno e l'esterno del corpo. Osserva il processo di originazione o il processo di dissoluzione nel corpo, o entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: “Qui c'è un corpo”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione del corpo nel corpo.

"Inoltre, quando cammina, il praticante è consapevole: “Sto camminando”. Quando è in piedi, è consapevole: “Sono in piedi”. Quando è coricato, è consapevole: “Sono coricato”. In qualsiasi posizione si trovi, egli è consapevole della posizione del corpo.

"Così un praticante osserva il corpo nel corpo. Egli osserva l'interno del corpo o l'esterno del corpo, o entrambi l'interno e l'esterno del corpo. Osserva il processo di originazione o il processo di dissoluzione nel corpo, o entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: “Qui c'è un corpo”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, questo è il modo di praticare l'osservazione del corpo nel corpo.

"Inoltre, quando va o torna, il praticante applica piena consapevolezza all'andare o al tornare. Quando guarda davanti o dietro, quando si china o si rialza, applica piena consapevolezza a ciò che sta facendo. Applica la piena consapevolezza indossando il sanghati o portando la ciotola delle elemosine. Quando mangia o beve, mastica o gusta il cibo, nell'eliminare gli escrementi o urinando, applica a ogni azione corporea la piena consapevolezza. Quando cammina, siede, dorme o si sveglia, parla o rimane in silenzio, fa splendere su ogni attività la luce della consapevolezza.

"Inoltre, il praticante medita sul proprio corpo, dalla pianta dei piedi verso l'alto e dalla cima della testa verso il basso; un corpo racchiuso nell'involucro della pelle e pieno delle impurità che gli sono proprie: “Ecco capelli, peli, unghie, denti, pelle, carne, nervi, ossa, midollo, reni, cuore, fegato, diaframma, milza, polmoni, intestini, budella, escrementi, bile, flemma, pus, sangue, sudore, grasso, lacrime, sebo, saliva, muco, liquido sinoviale, urina”.

"Bhikkhu, immaginate un sacco apribile da entrambe le estremità, contenente una miscela di granaglie: riso grezzo, riso selvatico, fagioli verdi, fagioli bianchi, sesamo, riso bianco. Una persona di buona vista, aprendolo, così discerne: “Questo è riso grezzo, questo è riso selvatico, questi sono fagioli verdi, fagioli bianchi, semi di sesamo, riso bianco”. Allo stesso modo il praticante passa in rassegna l'intero corpo, dalla pianta dei piedi alla cima della testa, un corpo racchiuso nell'involucro della pelle e pieno di tutte le impurità che gli sono proprie: “Ecco capelli, peli, unghie, denti, pelle, carne, nervi, ossa, midollo, reni, cuore, fegato, diaframma, milza, polmoni, intestini, budella, escrementi, bile, flemma, pus, sangue, sudore, grasso, lacrime, sebo, saliva, muco, liquido sinoviale, urina”.

"Così il praticante si radica nell'osservazione del corpo nel corpo, dall'interno o dall'esterno del corpo, o da entrambi l'interno e l'esterno del corpo. Si radica nell'osservazione del processo di originazione o del processo di dissoluzione nel corpo, o in entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: “Qui c'è un corpo”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione del corpo nel corpo.

"Inoltre, in qualsiasi posizione si trovi il suo corpo, il praticante passa in rassegna gli elementi che lo compongono: “In questo corpo è l'elemento terra, l'elemento acqua, l'elemento fuoco e l'elemento aria”.

"Come un abile macellaio, o un apprendista macellaio, uccisa una vacca, si siede al crocicchio di una via per squartarla in tante parti, il praticante passa in rassegna gli elementi che compongono il proprio corpo: “In questo corpo è l'elemento terra, l'elemento acqua, l'elemento fuoco e l'elemento aria”.

"Così il praticante si radica nell'osservazione del corpo nel corpo, dall'interno o dall'esterno del corpo, o da entrambi l'interno e l'esterno del corpo. Si radica nell'osservazione del processo di originazione o del processo di dissoluzione nel corpo, o in entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: “Qui c'è un corpo”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione del corpo nel corpo.

"Inoltre, il praticante paragona il proprio corpo a un cadavere che immagina di vedere abbandonato in un cimitero, da uno o due giorni, gonfio, illividito, in putrefazione; e osserva: “Il mio corpo è della stessa natura, subirà la stessa fine, non può evitarlo in nessun modo”.

"Così il praticante si radica nell'osservazione del corpo nel corpo, dall'interno o dall'esterno del corpo, o da entrambi l'interno e l'esterno del corpo. Si radica nell'osservazione del processo di

originazione o del processo di dissoluzione nel corpo, o in entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: “Qui c'è un corpo”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione del corpo nel corpo.

"Inoltre, il praticante paragona il proprio corpo a un cadavere che immagina di vedere abbandonato in un cimitero, beccato dai corvi, dilaniato da falchi, avvoltoi, sciacalli, infestato da larve e vermi; e osserva: “Il mio corpo ha la stessa natura, subirà la stessa fine, non può evitarlo in nessun modo”.

"Così il praticante si radica nell'osservazione del corpo nel corpo, dall'interno o dall'esterno del corpo, o da entrambi l'interno e l'esterno del corpo. Si radica nell'osservazione del processo di originazione o del processo di dissoluzione nel corpo, o in entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: “Qui c'è un corpo”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione del corpo nel corpo.

"Inoltre, il praticante paragona il proprio corpo a un cadavere che immagina di vedere abbandonato in un cimitero; è solo più uno scheletro, con brandelli di carne e macchie di sangue, le ossa tenute insieme dai legamenti; e osserva: “Il mio corpo ha la stessa natura, subirà la stessa fine, non può evitarlo in nessun modo”.

"Inoltre, il praticante paragona il proprio corpo a un cadavere che immagina di vedere abbandonato in un cimitero; è uno scheletro con residue macchie di sangue ma senza più carne, le ossa tenute ancora insieme dai legamenti...

"Inoltre, il praticante paragona il proprio corpo a un cadavere che immagina di vedere abbandonato in un cimitero; è solo uno scheletro, senza più carne né sangue, le ossa tenute ancora insieme dai legamenti...

"Inoltre, il praticante paragona il proprio corpo a un cadavere che immagina di vedere abbandonato in un cimitero; tutto ciò che è rimasto è un ammasso di ossa sparse qua e là: qua l'osso di una mano, là una tibia, un femore, un bacino, una colonna vertebrale, un cranio...

"Inoltre, il praticante paragona il proprio corpo a un cadavere che immagina di vedere abbandonato in un cimitero; tutto ciò che è rimasto è un mucchio di ossa sbiancate, color conchiglia.. .

"Inoltre, il praticante paragona il proprio corpo a un cadavere che immagina di vedere abbandonato in un cimitero; è passato più di un anno, e tutto ciò che è rimasto è un mucchietto di ossa secche...

"Inoltre, il praticante paragona il proprio corpo a un cadavere che immagina di vedere abbandonato in un cimitero; tutto ciò che è rimasto è la polvere delle ossa sbriciolate; e osserva: “Il mio corpo ha la stessa natura, subirà la stessa fine, non può evitarlo in nessun modo”.

"Così il praticante si radica nell'osservazione del corpo nel corpo, dall'interno o dall'esterno del corpo, o da entrambi l'interno e l'esterno del corpo. Si radica nell'osservazione del processo di originazione o del processo di dissoluzione nel corpo, o in entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: “Qui c'è un corpo”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione del corpo nel corpo".

Sezione terza

"Bhikkhu, in che modo il praticante si radica nell'osservazione delle sensazioni nelle sensazioni?

"Ogni volta che il praticante prova una sensazione piacevole, è consapevole: “Sto provando una sensazione piacevole”. Ogni volta che prova una sensazione dolorosa, è consapevole: “Sto provando una sensazione dolorosa”. Ogni volta che prova una sensazione né piacevole né dolorosa, è consapevole: “Sto provando una sensazione neutra”. Quando sperimenta una sensazione piacevole di origine fisica, è consapevole: “Sto provando una sensazione piacevole di origine fisica”. Quando sperimenta una sensazione piacevole di origine mentale, è consapevole: “Sto provando una sensazione piacevole di origine mentale”. Quando sperimenta una sensazione dolorosa di origine fisica, è consapevole: “Sto provando una sensazione dolorosa di origine fisica”. Quando sperimenta una sensazione dolorosa di origine mentale, è consapevole:” Sto provando una sensazione dolorosa di origine mentale”. Quando sperimenta una sensazione neutra di origine fisica, è consapevole: “Sto provando una sensazione neutra di origine fisica”. Quando sperimenta una sensazione neutra di origine mentale, è consapevole: “Sto provando una sensazione neutra di origine mentale”.

"Così il praticante si radica nell'osservazione delle sensazioni nelle sensazioni, dall'interno o dall'esterno delle sensazioni, o da entrambi l'interno e l'esterno delle sensazioni. Si radica nell'osservazione del processo di originazione o del processo di dissoluzione nelle sensazioni, o in entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: `Qui c'è una sensazione”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione delle sensazioni nelle sensazioni".

Sezione quarta

"Bhikkhu, in che modo il praticante si radica nell'osservazione della mente nella mente?

"Quando la mente desidera, il praticante è consapevole: “La mia mente desidera”. Quando la mente non desidera, è consapevole: “La mia mente non desidera”. Quando la mente odia, è consapevole: “La mia mente odia”. Quando la mente non odia, è consapevole: “La mia mente non odia”. Quando la mente è in stato di ignoranza, è consapevole: “La mia mente è in stato di ignoranza”. Quando la mente non è in stato di ignoranza, è consapevole: “La mia mente non è in stato di ignoranza”. Quando la mente è tesa, è consapevole: “La mia mente è tesa”. Quando la mente non è tesa, è consapevole: “La mia mente non è tesa”. Quando la mente è distratta, è consapevole: “La mia mente è distratta”. Quando la mente non è distratta, è consapevole: “La mia mente non è distratta”. Quando la mente ha un orizzonte ampio, è consapevole: “La mia mente ha ampliato il suo orizzonte”. Quando la mente ha un orizzonte ristretto, è consapevole: “La mia mente ha ristretto il suo orizzonte”. Quando la mente è in grado di raggiungere uno stato più elevato, è consapevole: “La mia mente può raggiungere uno stato più elevato”. Quando la mente non è in grado di raggiungere uno stato più elevato, è consapevole: “La mia mente non può raggiungere uno stato più elevato”. Quando la mente è raccolta, è consapevole: “La mia mente è raccolta”. Quando la mente non è raccolta, è consapevole: “La mia mente non è raccolta”. Quando la mente è libera, è consapevole: “La mia mente è libera”. Quando la mente non è libera, è consapevole: “La mia mente non è libera”.

"Così il praticante si radica nell'osservazione della mente nella mente, dall'interno o dall'esterno della mente, o da entrambi l'interno e l'esterno della mente. Si radica nell'osservazione del processo di originazione o del processo di dissoluzione nella mente, o in entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: `Qui c'è la mente”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione della mente nella mente".

Sezione quinta

"Bhikkhu, in che modo il praticante si radica nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali?

"Dapprima, egli osserva gli oggetti mentali in relazione ai cinque impedimenti. Come li osserva?

1. "Quando in lui è presente il desiderio sensuale, è consapevole: “In me è presente il desiderio sensuale”. Quando il desiderio sensuale non è presente, è consapevole: “In me non è presente il desiderio sensuale”. Quando il desiderio sensuale incomincia a sorgere, egli ne è consapevole. Quando il desiderio sensuale già sorto viene abbandonato, egli ne è consapevole. Quando il desiderio sensuale già abbandonato non sorgerà nuovamente in futuro, egli ne è consapevole.

2. "Quando in lui è presente la rabbia, è consapevole: “In me è presente la rabbia”. Quando la rabbia non è presente, è consapevole: “In me non è presente la rabbia”. Quando la rabbia incomincia a sorgere, egli ne è consapevole. Quando la rabbia già sorta viene abbandonata, egli ne è consapevole. Quando la rabbia già abbandonata non sorgerà nuovamente in futuro, egli ne è consapevole.

3. "Quando in lui sono presenti la sonnolenza e il torpore, è consapevole: “In me sono presenti la sonnolenza e il torpore”. Quando la sonnolenza e il torpore non sono presenti, è consapevole: “In me non sono presenti la sonnolenza e il torpore”. Quando la sonnolenza e il torpore incominciano a sorgere, egli ne è consapevole. Quando la sonnolenza e il torpore già sorti vengono abbandonati, egli ne è consapevole. Quando la sonnolenza e il torpore già abbandonati non sorgeranno nuovamente in futuro, egli ne è consapevole.

4. "Quando in lui sono presenti l'agitazione e il rimorso, è consapevole: “In me sono presenti l'agitazione e il rimorso”. Quando l'agitazione e il rimorso non sono presenti, è consapevole: “In me non sono presenti l'agitazione e il rimorso”. Quando l'agitazione e il rimorso incominciano a sorgere, egli ne è consapevole. Quando l'agitazione e il rimorso già sorti vengono abbandonati, egli ne è consapevole. Quando l'agitazione e il rimorso già abbandonati non sorgeranno nuovamente in futuro, egli ne è consapevole.

5. "Quando in lui è presente il dubbio, è consapevole: “In me è presente il dubbio”. Quando il dubbio non è presente, è consapevole: “In me non è presente il dubbio”. Quando il dubbio incomincia a sorgere, egli ne è consapevole. Quando il dubbio già sorto viene abbandonato, egli ne è consapevole. Quando il dubbio già abbandonato non sorgerà nuovamente in futuro, egli ne è consapevole.

"Così il praticante si radica nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali, dall'interno o dall'esterno degli oggetti mentali, o da entrambi l'interno e l'esterno degli oggetti mentali. Si radica nell'osservazione del processo di originazione o del processo di dissoluzione negli oggetti mentali, o in entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: “Qui c'è un oggetto mentale”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali.

"Inoltre, il praticante osserva gli oggetti mentali negli oggetti mentali in relazione ai cinque aggregati dell'attaccamento. Come li osserva?

"Egli così li osserva: “Questa è forma. Questo è il sorgere della forma. Questo è lo scomparire della forma”. “Questa è la sensazione. Questo è il sorgere della sensazione. Questo è lo scomparire della sensazione”. “Questa è la percezione. Questo è il sorgere della percezione. Questo è lo scomparire della percezione”. “Queste sono le formazioni mentali. Questo è il sorgere delle formazioni mentali. Questo è lo scomparire delle formazioni mentali”. “Questa è la coscienza. Questo è il sorgere della coscienza. Questo è lo scomparire della coscienza”.

"Così il praticante si radica nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali, in relazione ai cinque aggregati: l'osservazione dall'interno o dall'esterno degli oggetti mentali, o da entrambi l'interno e l'esterno degli oggetti mentali. Si radica nell'osservazione del processo di originazione o del processo di dissoluzione negli oggetti mentali, o in entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: “Qui c'è un oggetto mentale”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali in relazione ai cinque aggregati.

"Inoltre, il praticante osserva gli oggetti mentali negli oggetti mentali in relazione ai sei organi sensoriali e ai sei oggetti dei sensi. Come li osserva?

"Egli è consapevole degli occhi e della forma, ed è consapevole delle formazioni interne prodotte in dipendenza di queste due cose. È consapevole della nascita di una nuova formazione interna, è consapevole dell'abbandono di una formazione interna già prodotta, ed è consapevole quando una formazione interna già prodotta non sorgerà di nuovo.

"Il praticante è consapevole delle orecchie e del suono, ed è consapevole delle formazioni interne prodotte in dipendenza di queste due cose. È consapevole della nascita di una nuova formazione interna, è consapevole dell'abbandono di una formazione interna già prodotta, ed è consapevole quando una formazione interna già prodotta non sorgerà di nuovo.

"Il praticante è consapevole del naso e dell'odore, ed è consapevole delle formazioni interne prodotte in dipendenza di queste due cose. È consapevole della nascita di una nuova formazione interna, è consapevole dell'abbandono di una formazione interna già prodotta, ed è consapevole quando una formazione interna già prodotta non sorgerà di nuovo.

"Il praticante è consapevole della lingua e del gusto, ed è consapevole delle formazioni interne prodotte in dipendenza di queste due cose. È consapevole della nascita di una nuova formazione interna, è consapevole dell'abbandono di una formazione interna già prodotta, ed è consapevole quando una formazione interna già prodotta non sorgerà di nuovo.

"Il praticante è consapevole del corpo e dell'oggetto tattile, ed è consapevole delle formazioni interne prodotte in dipendenza di queste due cose. È consapevole della nascita di una nuova formazione interna, è consapevole dell'abbandono di una formazione interna già prodotta, ed è consapevole quando una formazione interna già prodotta non sorgerà di nuovo.

"Così il praticante si radica nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali, in relazione ai sei organi sensoriali e ai sei oggetti dei sensi: l'osservazione dall'interno o dall'esterno degli oggetti mentali, o da entrambi l'interno e l'esterno degli oggetti mentali. Si radica nell'osservazione del processo di originazione o del processo di dissoluzione negli oggetti mentali, o in entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: `Qui c'è un oggetto mentale”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali in relazione ai sei organi sensoriali e ai sei oggetti dei sensi.

"Inoltre, il praticante si radica nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali in relazione ai sette fattori di risveglio.

"In che modo egli si radica nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali in relazione ai sette fattori di risveglio?

1. "Quando in lui è presente il fattore di risveglio della consapevolezza, egli è consapevole: “In me è presente la consapevolezza” . Quando la consapevolezza non è presente, è consapevole: “In me non è presente la consapevolezza” . Egli è consapevole quando la consapevolezza non ancora sorta sorge e quando la consapevolezza già sorta si è perfettamente sviluppata.

2. "Quando in lui è presente il fattore di risveglio dell'investigazione dei fenomeni, egli è consapevole: “In me è presente l'investigazione dei fenomeni”. Quando l'investigazione dei fenomeni non è presente, è consapevole: “In me non è presente l'investigazione dei fenomeni”. Egli è consapevole quando l'investigazione dei fenomeni non ancora sorta sorge e quando l'investigazione dei fenomeni già sorta si è perfettamente sviluppata.

3. "Quando in lui è presente il fattore di risveglio dell'energia, egli è consapevole: “In me è presente l'energia”. Quando l'energia non è presente, è consapevole: “In me non è presente l'energia”. Egli è consapevole quando l'energia non ancora sorta sorge e quando l'energia già sorta si è perfettamente sviluppata.

4. "Quando in lui è presente il fattore di risveglio della gioia, egli è consapevole: “In me è presente la gioia”. Quando la gioia non è presente, è consapevole: “In me non è presente la gioia”. Egli è consapevole quando la gioia non ancora sorta sorge e quando la gioia già sorta si è perfettamente sviluppata.

5. "Quando in lui è presente il fattore di risveglio della calma, egli è consapevole: “In me è presente la calma”. Quando la calma non è presente, è consapevole: “In me non è presente la calma”. Egli è consapevole quando la calma non ancora sorta sorge e quando la calma già sorta si è perfettamente sviluppata.

6. "Quando in lui è presente il fattore di risveglio della concentrazione, egli è consapevole: “In me è presente la concentrazione” . Quando la concentrazione non è presente, è consapevole: “In me non è presente la concentrazione” . Egli è consapevole quando la concentrazione non ancora sorta sorge e quando la concentrazione già sorta si è perfettamente sviluppata.

7. "Quando in lui è presente il fattore di risveglio del lasciar andare, egli è consapevole: “In me è presente il lasciar andare”. Quando il lasciar andare non è presente, è consapevole: “In me non è presente il lasciar andare”. Egli è consapevole quando il lasciar andare non ancora sorto sorge e quando il lasciar andare già sorto si è perfettamente sviluppato.

"Così il praticante si radica nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali in relazione ai sette fattori di risveglio: l'osservazione dall'interno o dall'esterno degli oggetti mentali, o da entrambi l'interno e l'esterno degli oggetti mentali. Si radica nell'osservazione del processo di originazione o del processo di dissoluzione negli oggetti mentali, o in entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: “Qui c'è un oggetto mentale”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali in relazione ai sette fattori di risveglio.

"Inoltre, bhikkhu, il praticante si radica nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali in relazione alle quattro nobili verità.

"In che modo egli si radica nell'osservazione delle quattro nobili verità?

"Il praticante, quando sorge la sofferenza, è consapevole: “Questa è la sofferenza”. Al prodursi della causa della sofferenza, è consapevole: “Questa è la causa della sofferenza”. Al prodursi della fine della sofferenza, è consapevole: “Questa è la fine della sofferenza”. Al prodursi del sentiero che conduce alla fine della sofferenza, è consapevole: “Questo è il sentiero che conduce alla fine della sofferenza”.

"Così il praticante si radica nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali in relazione alle quattro nobili verità: l'osservazione dall'interno o dall'esterno degli oggetti mentali, o da entrambi l'interno e l'esterno degli oggetti mentali. Si radica nell'osservazione del processo di originazione o del processo di dissoluzione negli oggetti mentali, o in entrambi i processi di originazione e dissoluzione. È consapevole del fatto: “Qui c'è un oggetto mentale”, fino al raggiungimento della comprensione e della piena consapevolezza. Egli mantiene l'osservazione, libero, non intrappolato in nessuna considerazione mondana. Bhikkhu, così si pratica l'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali in relazione alle quattro nobili verità".

Sezione sesta

"Bhikkhu, colui che pratica per sette anni i quattro fondamenti della consapevolezza, può aspettarsi uno di questi due frutti: la più alta comprensione in questa vita o, se rimane qualche residuo di afflizione, il frutto del non-ritorno.

"Bhikkhu, lasciamo stare i sette anni. Chiunque pratichi i quattro fondamenti della consapevolezza per sei, cinque, quattro, tre, due anni o un solo anno, può aspettarsi uno di questi due frutti: la più alta comprensione in questa vita o, se rimane qualche residuo di afflizione, il frutto del non-ritorno.

"Bhikkhu, lasciamo stare un anno. Chiunque pratichi i quattro fondamenti della consapevolezza per sette, sei, cinque, quattro, tre, due mesi, un mese, o mezzo mese soltanto, può aspettarsi uno di questi due frutti: la più alta comprensione in questa vita o, se rimane qualche residuo di afflizione, il frutto del non-ritorno.

"Bhikkhu, lasciamo stare il mezzo mese. Chiunque pratichi i quattro fondamenti della consapevolezza per una settimana, può aspettarsi uno di questi due frutti: la più alta comprensione in questa vita o, se rimane qualche residuo di afflizione, il frutto del non-ritorno.

"Ecco perché abbiamo detto che il sentiero dei quattro campi di applicazione della consapevolezza è il sentiero meraviglioso che aiuta gli esseri a realizzare la purificazione, trascendere il dolore e la tristezza, porre fine all'ansia e alla sofferenza, percorrere la retta via e realizzare il nirvana".

I bhikkhu si rallegrarono all'udire l'insegnamento del Buddha e, portandolo nel cuore, cominciarono a metterlo in pratica.

Tuesday, March 20, 2007

Dalai Lama singing Heart Sutra - Prajna Paramita Hrydaya Sutra

Finally I could create this player to hear Heart Sutra reciting by Dalai Lama everytime I need to hear him.
01/01/2007 This player is not good. I add the YouTube video of deep singing of this Sutra. If it will be possible I do an other player later with the voice of Dalai Lama.
Today I tryed to enter this sounds directly in the hart, I have troubled thoughts and need this connection.



Prajna Paramita Hrydaya Sutra(Text)

Heart Sutra Chanting

Monday, March 19, 2007

Deep singing monks

Here you can find incredible examples of deep singing tibetan monks.
I learned a little about it in the web and by my friends.Those have to be tantric singings that tibetan learn in 2 monasteries.One of them name is Gjumed (if I remember good).
The index url is http://sim.may.ru/b/mp3/7%20Hundred%20Years%20Of%20Music%20In%20Tibet%20-%20Mantras%20&%20Chants%20Of%20The%20Dalai%20Lama/
see numbers 2,4 and 8
http://sim.may.ru/b/mp3/7%20Hundred%20Years%20Of%20Music%20In%20Tibet%20-%20Mantras%20&%20Chants%20Of%20The%20Dalai%20Lama/02%20-%20Three%20Deep%20Singing%20Monks%20With%20Singing%20Bowls%20And%20Cymbals.mp3

http://sim.may.ru/b/mp3/7%20Hundred%20Years%20Of%20Music%20In%20Tibet%20-%20Mantras%20&%20Chants%20Of%20The%20Dalai%20Lama/04%20-%20One%20Deep%20Singing%20Monk%20With%20Singing%20Bowls,%20Cymbals%20And%20Ganta.mp3

http://sim.may.ru/b/mp3/7%20Hundred%20Years%20Of%20Music%20In%20Tibet%20-%20Mantras%20&%20Chants%20Of%20The%20Dalai%20Lama/08%20-%20Three%20Deep%20Singing%20Monks%20With%20Singing%20Bowls%20And%20Cymbals.mp3


Other examples of deep singing from scientific point of view
http://freesound.iua.upf.edu/packsViewSingle.php?id=825

This address is a deep singing russian group (they learnd this art in Gjumed monastery and take part on buddhist ceremonies in Buriatija).Interesting modern(for me) view.
Lungta-lungta mantra
http://mp3.music.lib.ru/mp3/l//lungta/lungta-lungta_mantra-2.mp3

Other deep singing group
100-silable bon mantra
http://phurpa.ru/media/Track01.mp3
Very interesting is the site of this group in russian

CENTO SILLABE

SO MU YE TRö KHYUNG YE LAM
TRI THRI TAR DAR
SAL BAR ö
PAK RAM SO HA (Mantra di Nampar gyalma)

SO MU RA TA HEN WER NI DRUM HRUN
MU TRE MU TRE MU RA MU TRE
MU YE MU YE HA RA MU YE
MO TRö MU TRö WER RO MU TRö
MU NI GYER TO YE
KHYAB KAR RO
TRö DAL HRI HRO WER NI WER RO
SHU LA WER RO
NA HU TA KA
SHUD DO SHUD DO DU SHUD DO YA
SALE SALE TRI SA LE ­ YA

SANG NGE SANG NGE SU SANG NGE YA
MU RA TA HEN
TRI TSE DRUNG MU
HA HA DRUM DRUM
HO HO LAM LAM HUM HUM PHAT PHAT

Trekcho -what to do

This is what I read this days. I had a question and this is the answer I looked for.


In the immediate here and now we see the face of the Original Lord abiding in the heart centre. Identify yourself with him,
but he will not find so much as the name of Buddha other than the one in his heart.

recognition of our true existential condition, which is the principal realization in Cutting Through to the Great Perfection.

all are completed and perfected in the naturally luminous intrinsic awareness of the here and now.
Awareness -сознание и внимание
Awareness is unstructured, natural radiance your own mind, so how can you say that you cannot see the Buddha?
There is nothing at all to meditate upon in it,
There is not so much as a moment of work to be done to attain it,
Centred and dispersed states are two sides of the same coin, so how can you say that your mind is never centred?
Intrinsic Awareness is the spontaneously originated three modes of being, which is achieved without striving (старание, прилагать усилие),
It is enough to leave the mind in a state of non-action,
Your thoughts are released at the moment of their inception,

relaxing completely and looking directly at the mind, gazing (пристально глядеть,вглядываться) with your entire mind, free of all tension.
all appearances whatsoever are our own manifestation. All phenomena, whatsoever manifests, is like reflection in a mirror

No experience is possible anywhere but in the mind, so there is nothing to see other than that seen at the moment of vision.
so there is nothing to meditate upon other than mind.
so there is nothing to do other than what is done in the mind.

Look, look, and look again. Look at your own mind!

Project your attention into external fields of space, and, attentively watching the nature of your mind, see if it moves. When you are convinced by observation that the mind does not move, retract your attention and
concentrate upon the mind within, and look carefully for the projector of diffused thought. When you have decided that there is no entity responsible for thought patterns (образец, узор,вид),
look carefully for the colour and shape of the mind. When you arrive at the emptiness that has no colour or shape,
look for a centre or circumference. Certain that middle and margin are the same,
search for an inside and an outside. Finding no distinction between inside and outside, you arrive at Awareness, which is as vast as the sky.

All experience of samsara and nirvana arises in it like rainbows in the sky. In all its diverse manifestation it is but a play of mind.

You need only look out from the motionless space of intrinsic Awareness at all experience, illusory like the reflection of the moon in water, to know the impossibility of dividing appearances from emptiness.

In this dimension samsara and nirvana do not exist and everything is the dharmakaya.

turn your attention inwards to the mind that is the viewer
All events whatsoever are an illusory magical display of mind and all the magical display of mind is baseless and empty.When you have realized that all events are your own mind, all visual appearances become the empty dharmakaya.
Appearances are not binding. It is through attachment to them that beings are fettered.

apply yourselves fully to a diligent analysis and thorough search. Firstly, where do appearances come from? Secondly, where are they now? Lastly, where do they go?
appearances are the magical display of your mind, arising in the mind and vanishing back into it.

when mental functions are impaired by negative propensities that cause clinging to apparently external objects as discrete and substantial entities,

Flight of the Garuda, Songs Six to Nine
written by Shabkar Lama in the nineteenth century
Nyingma School
to inspire and instruct the yogin practising Dzokchen trekcho meditation.


meditation
According to our mood, one day we will practise intensely, and the next day, not at all. We are attached to the agreeable experiences which emerge from the state of mental calm, and we wish to abandon meditation when we fail to slow down the flow of thoughts. That is not the right way to practise.
regular practice, day after day; observing the movement of our thoughts and tracing them back to their source.
short sessions of meditation, several times per day
With perseverance, we will progressively realise the nature of our mind, and that realisation will become more stable. At this stage, thoughts will have lost their power to disturb and subdue us.
It possesses intrinsically the faculty of knowing all phenomena
The Dharmakaya is not the product of causes and conditions; it is the original nature of mind.

Spiritual realisation only serves to reveal them through purification, which is the path.

He is like a young child, who contemplates the world with an innocent simplicity, without concepts of beauty or ugliness, good or evil. He is no longer the prey of conflicting tendencies, the source of desires or aversions.

Dilgo Khyentse Rimpoche
On Dzogchen Meditation

Related post:
Chöd: An Advanced Type of Shamanism

Wednesday, March 14, 2007

Fingeryoga or mudras

Today I wanted to tell you my personal experience with mudras.

Yesterday I found some interesting sites speaking about it. Some years ago I looked for this info but couldn't find it. That is why I collect everything interesting and useful I find and decided to post it in blogs in the last time. I understood it's more intelligent from all points of view to have different blogs speaking about one them and not generic as I had before (like Liudmila or Diary).

There are different sorts of mudras.
1-mudras used in the dance to mime the meaning of the song, or they may be simple aestetic ornamentation.Some have very limited meanings, and some are used as catch-alls for miming a variety of ideas. This mudras you can find in this site for example.
2- mudras used in Buddhismus primarily to indicate the nature and function of the deity. They are also used routinely by current-day in spiritual exercises and worship. This info you can read here or in other sites.
3- mudras used to heal.

I found 2 authors of books that write about it. One of them is Kim da Silva and other is Gertrud Hirschi. I began to read the book "Mudras" by Hirschi and today I think it's a very good explanation. But now there are many good sites in internet too. The book by Da Silva I could find had good photos, but does not explain the principles. Mudras help you even if you don't understand them, but for me was important to go to the base.

Da Silva writes, everybody can create mudras he needs in this or that moment if he understands those bases.

Mudra Science is Tatva Yoga-Yoga based on science of elements. Elements in tibetan buddhism are 5 (I study and practice This buddhism). This is very difficult theme to treat in a little post dedicated to mudras. So I'll write an other post later. Now I say only that those are Space, Aria, Earth, Fire and Water. They are connected to 5 colours -blue, white, green, red, yellow. There are differences in this connection, dipends from school you follow.

Elements, colours are nothing other as manifestations of the energy. We can immagin, it has qualities that are similar to the qualities of water or fire. How can you describe energy that is manifesting as light in your lamp? Something like this.

The same with the energy of our body. Pratically you connect different channels of the energy of your body connecting this or that fingers or fingers and parts of the hand. Together with the forces of our mind they can help us to heal our deseases.

The most important case in my life was when my dog died. He was my best friend and his death was great tragedy for me. I knew he was dying but I could not accept it. It last one week. First days we used medicines but was clear they provoke only more sufferings. He was lying as dead. The doctor gave him the medicine that awoke him, but this medicine could be used only 2 times, then don't work more. But my dog was alive and I couldn't blow out the light of his eyes with my own hands.

So with all force of disperation I found
mudras I thought can help him in the book of Hirschi and began to do them. First time I took them 40 minutes. After that he awoke! And remain so for 2-3 hours. Then lay as befor. So I began to do it every time I saw he begins to feel bad. Every 3-4 hours. And every time I needed less minutes to bring him "normal". Last times this passed him some instants after I put my hands on his body.

His illness killed him (kidney trouble) but he was so as he felt nothing, "normal", with us. My hands were more powerful as the medicine.

After this story I did that my mother and other old relative read this book and try with mudras. They were very angry with me. They were fixed on the word buddhismus and religion. At the end they understood it's not about buddhismus, and nobody wants they change religion of their fathers (specially both are non-believers :)) ). Both chosed mudras that save the life in critical situations and both said me they help them when they feel bad suddenly.

Treat your fingers in a careful and loving way.

And here there are sites I found about it
Mudras
Miracles of Mudras
About.com
Fingeryoga

More
http://www.kheper.net/topics/chakras/chakras.htm
http://sacredcenters.com/chakrayoga.html
http://www.kundaliniyoga.org/mudras.html
http://www.yogamag.net/archives/2000/5sep00/depres.shtml
http://www.swamij.com/sitemap.htm

Monday, March 12, 2007

What will I never do...


Here you see the dream I'm sure I coud never reach, but I admire this Yogi from Kijev,Ukraina and this is the site where I found this photo "Хатха Йога в Киеве"
An other Yogi to envy. The site "Freedom Vidja" I like too.

Other sites and videos you can find in categorie Yoga on "Interesting links I found"-page

Meditation timer

Other meditation timers you can find here ( alternative for me, I prefere Berkleymonastery )
http://www.insightmeditationcenter.org/timer/timer.html
http://themiddleway.net/

Exercising

all tipes of tips (if you like them) you can find on this site

Videos and different levels yoga you can find in the category Yoga
on the page Interesting links I found

really precious sites there are there.

From my experience.
Yoga is a religious practice.Not physical exercises.
For many times I could not understand,what it meens and what have I do to reach this pick.Because you feel -all you do is not so.You can't understand,explain,but you feel it.

If you have this problem,try to follow my example.
Yoga is not :one-two,one-two,one-two...
Do exercises as slowly as possible and in this time "observe" your body,the movement of your muscels,your breath -nothing more.
After some time it will put you into the meditational state.And you will do these exercises in meditational state.THIS is what you were looking for.
Ah,forgot,if you are doing it to resolve a particular problem,you have to observe the place where you have a problem.
I like the book of Gita Iyengar "Yoga for women".She writes very clear about time,movements,breath ecc.
Try.

More about how I do meditational exercises you can find on the page Bön